lunedì 12 maggio 2014

Verbale 3^ Incontro di formazione sulla didattica della matematica- Scuola Secondaria - 9 Maggio 2014



Come consuetudine il Prof. Brunelli inizia la lezione con la comunicazione di date e luoghi di incontri che nei prossimi mesi animeranno i corsi di aggiornamento e formazione sulla didattica della matematica in varie regioni italiane. L’invito di Brunelli a partecipare il più possibile a corsi e convegni ha come obiettivo ultimo la formazione del docente che deve sempre rimanere centrale.

L’acquisizione di nuovi strumenti e strategie didattiche è fondamentale per costruire un curricolo di matematica interessante, accattivante, vivo e comunque coerente con le Indicazioni Nazionali. Ben altra cosa è la trasposizione didattica: non è facile trasferire ciò che sappiamo e impariamo ai nostri ragazzi. Si riflette su come l’insegnamento è e deve essere un processo creativo e complesso che vede protagonista l’insegnante che agisce sul Sapere per trasformarlo in un sapere da insegnare adatto ai propri allievi.
Il prof. Brunelli ancora una volta ribadisce con forza che uno dei punti deboli degli studenti italiani sia la matematizzazione: gli alunni messi davanti ad una situazione problematica hanno molta difficoltà a capire quale operazione utilizzare per risolverlo. Quello che durante questi incontri di formazione ci appare ben chiaro è che occorre agire sul piano metodologico, occorre partire da situazioni problematiche. Fare matematica significa risolvere problemi ed i problemi sono situazioni nuove per affrontare le quali non si possono usare solo schemi o meccanicismi appresi ma si richiede l’attività dell’intelligenza nei suoi vari aspetti come intuizione, immaginazione,progettazione, ipotesi, deduzione, verifica…

La discussione si anima e l’intervento di un insegnante di sostegno appare significativa e condivisa.Vanno presentati agli studenti problemi significativi, complessi, tratti dal mondo reale o costruiti in modo realistico, strutturati in modo tale da interessarli e coinvolgerli: il testo deve catturare la lorocuriosità, il lessico deve essere comprensibile e ben codificabile.
La parola passa ad una collega che nella propria classe ha proposto un’attività di problem solving:”La pioggia di cavallette in Lombardia”. Lo spunto per tale attività è un quesito della competizione“Matematica senza frontiere”. Il problema richiede di calcolare il numero di cavallette che nasceranno nell’anno 2008 a partire da una cavalletta che nel 2006 ha dato alla luce 4 cavallette da ognuna delle quali nasceranno altre 4 cavallette e così via. Su invito del prof Brunelli ci dividiamo in gruppi di due e risolviamo il problema. Viene poi data la parola a tutti per esporre il proprio modo di ragionare e operare per risolvere tale problema. Le strategie sono diverse: un problema può essere risolto in vari modi e è utile apprendere il punto di vista degli altri. Poi la collega illustra e ci mostra come i suoi alunni hanno risolto il problema: si discute, si riflette, si impara da ciò che scrivono gli alunni.
La lezione si conclude con un problem solving che Brunelli propone a noi insegnati, lo stesso che gli si era presentato la mattina a scuola in seguito alla comunicazione dei risultati di una gara di matematica alla quale le sue classe avevano partecipato. I ragazzi volevano sapere quale classe si fosse classificata meglio: la 1^B arrivata ottava su 135 partecipanti o la 2^B arrivata diciannovesima su 152 partecipanti? Il problema era reale e interessava gli studenti perché ne erano davvero protagonisti. Situazioni così vanno cercate e alimentate. Anche in questo caso le soluzioni proposte sono diverse e più soluzioni si trovano e più si impara a trovarne, un po’ perché ci si rendedavvero conto di come funzionano le cose un po’ perché si diventa più esperti sul come si possonotrovare.


Laura Zecchini, docente Scuola Secondaria

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