Ebbene è toccato a me…
Primo “verbale”, diario di
bordo ad uso blog, dei Laboratori del Sapere Scientifico nell’Istituto Sestini
di Agliana.
Mercoledì scorso, 12
Febbraio 2014, eravamo più di venti insegnanti dei tre ordini di scuola, un
buon risultato per il nostro istituto, con la piacevole sorpresa delle
insegnanti della scuola dell’infanzia.
Comunque non divago, non
subito, pensiamo al verbale.
Tiziana Biagiotti ci illustra
brevemente quella che sarà l’organizzazione del corso (compreso il presente
diario) e poi ci presenta il Dott. Samuele Straulino.
Persona giovane, informale,
docente universitario (sarà precario?); ci racconta un po’ della sua
formazione, ma soprattutto delle esperienze da cui nasce la sua collaborazione
con il nostro Istituto: l’Open Lab di Sesto Fiorentino, dedicato alla divulgazione scientifica attraverso la
didattica e le lezioni laboratoriali.
Proseguiamo con una serie di
slide, discutendo su frasi di scienziati e filosofi riguardo i fenomeni, il
modo scientifico di approcciarli e le implicazioni didattiche ed educative.
Devo dire la verità, non mi
ricordo tutti i nomi, è un mio limite.
Galileo, quello si, l’ho
studiato.
Ma mi ha colpito un passo (non
mi ricordo di chi), tratto da una riflessione sulla professione di insegnante,
Italia fine 800; dopo un’introduzione sulla penuria di risorse (materiali, di
spazio, di tempo), invitava il buon docente a far di necessità virtù, facendosi
bastare quello che c’era a disposizione intorno, perché la cosa più importante
è la coscienza che i bambini vedono, ma non osservano.
E’ li che possiamo e
dobbiamo fregarli!
Catturare la loro attenzione
e concentrazione, usando tutto quello che c’è attorno, perché noi conosciamo la
natura delle cose ed il loro funzionamento; o se non del tutto, almeno siamo
qui per saperne di più ed essere più sicuri in quello che insegniamo.
Samuele prosegue
presentandoci alcuni lavori frutto di diverse tesi di laurea in Scienze della
Formazione, con percorsi laboratoriali applicati alle scienze.
Potenza delle immagini!
E di qualcuno che sa
illustrarle semplicemente, perché
conosce il lavoro svolto e soprattutto i fenomeni che descrivono.
L’attenzione si fa più viva,
man mano che sullo schermo scorrono il cannocchiale galileiano realizzato in
una scuola primaria, le esperienze riguardo le proprietà dell’acqua: la spinta
idrostatica, la tensione superficiale con le bolle di sapone e con i tensioattivi.
Tiziana sfodera le capacità
portentose del suo pepe.
Passiamo poi al moto e alle
forze: la massa, l’accelerazione, la velocità, l’attrito e la sua riduzione.
Gran successo per il disco a cuscino d’aria alimentato da un palloncino: subito
riprodotto!
Sul piano inclinato,
l’accelerazione e la velocità, c’era la voglia di capire meglio: iniziavano ad
esserci triangoli, frazioni e proporzioni, un territorio su cui la maggior
parte si sentiva più a suo agio.
Sulla gravità e perché
quelli di sotto non si accorgono di essere a testa in giù, eravamo tutti
ferratissimi!
Sulla costruzione di
strumenti di misura, la misurazione e l’incertezza che lega i due termini, ne
abbiamo tutti conoscenza quando ripensiamo al: “Prof/Maestra/o a me non mi
torna di qualche mm!”; e valli a rassicurare che è un più/meno, con quelle
punte di lapis stondate e quei righelli dentati…
La spiegazione matematica
dell’incertezza, con grafici e formule ha fatto però spalancare qualche bocca.
Per fortuna non siamo qui
per le formule, quelle sono sempre a disposizione, la scienza le ha scritte, ma
vanno provate per capirle veramente.
Finiamo con fenomeni e
rapporti di scala, non necessariamente direttamente o inversamente
proporzionali, ma legati alla tridimensionalità della realtà, così lontana
dalla bidimensionalità della pagina scritta.
Che bello vedere “crescere” non
linearmente la massa nei pesi della bilancia disposti in ordine!
Insomma, due ore mi sono
passate veloci e piacevoli, con tanti
spunti ed idee per attività
da proporre ai bambini, nei
nostri spazi ristretti, con i nostri materiali poveri; per qualcuna troverò
sicuramente il tempo.
Anche questo è il bello
della scienza: una volta che hai capito veramente come funziona, funziona
sempre, basta provarla e farla provare.
docente di scuola primaria
Stefano
De Santis
L'autore della frase proiettata dal Dott. Straulino durante l'incontro appartiene ad Aristide Gabelli, che nel 1869 fece parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione fino al 1874; fu poi nominato provveditore agli studi di Roma fino al 1881. Nelle sue opere si opponeva al nozionismo, sostenendo la necessità di sviluppare il pensiero, di "formare le teste": "Le cognizioni non poche volte, e forse il più delle volte, dopo un po' di tempo di desuetudine dagli studi, vengono in molta parte dimenticate, quando invece il modo di pensare dura tutta la vita, entra in tutte le azioni umane…". Nel 1888, durante il primo governo di Francesco Crispi fu incaricato di elaborare i programmi della scuola elementare dell'obbligo recentemente istituita. In questi programmi il maestro elementare viene invitato tra l'altro a "stare alla larga dall'istruzione parolaia e dogmatica, a calare l'insegnamento nella realtà".
RispondiEliminaRicordare certe frasi aiuta a vivere nel mondo della scuola italiana attuale,- direi per niente diversa da quella della seconda metà Ottocento- dove sono entrata con grande entusiasmo, sostenitrice di metodi didattici laboratoriali e delle esperienze vissute durante la Scuola di Specializzazione dell'Insegnamento (SSIS), ma spesso contrastata dall'orario stretto delle nostre scuole, dal passo veloce del nostro tempo, dai libri di testo sorta di "bignami" di testi universitari, così ricchi di nozioni, da uscire dall'aula dopo due ore di piegatura della carta con domande tipo "Cosa ho fatto oggi? Niente....". La fretta di stringere, di veedere qulaocsa di fatto, il confronto con altri colleghi, la fatica di aiutare i ragazzi a pensare con la propria mente talora scoraggiano....solo sentirsi parte di un gruppo di docenti - che sostiene un certo metodo di lavoro- aiuta a riscoprire la bellezza dell'entusiasmo dei propri alunni mentre sperimentano la matematica con le proprie mani.
Tiziana Biagiotti, docente secondaria